Rivista Trimestrale di Diritto TributarioISSN 2280-1332 / EISSN 2421-6801
G. Giappichelli Editore

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Il dibattito sul sistema tributario russo: prospettive italiana ed europea (di Francesco Montanari)


Il saggio, partendo da un precedente contributo sul sistema tributario della Federazione russa, si sofferma su talune tradizionali questioni relative ai rapporti tra Diritto tributario ed economia. In particolare, le imposte sul reddito delle persone fisiche con aliquote proporzionali (c.d. flat tax) – previste dalla federazione russa – hanno un fondamento fortemente ideologico e non solamente economico. Tuttavia, paiono maggiormente conformi ai valori europei i tributi progressivi.

The debate on the russian tax system: italian and european perspectives

This paper, starting by a previous article on the Russian Federation tax system, focus on some traditional items concerning the relationships between tax law and economic principles. Particularly, the personal income taxes with proportional rates (flat tax) – provided by Russian federation – have an ideological reason and not only economic one. However, progressive taxes are more in compliance with the European values.

1. Premessa Il fondamento economico dei tributi, inteso in senso lato, costituisce una questione che, ciclicamente, interessa gli studiosi del diritto tributario [2] ed è, da sempre, oggetto di analisi dei più illustri studiosi (giuristi ed economisti). Il contributo che precede (Taxation in the Russian Federation: Economic basis and economic justification of taxes and fees) dimostra che il dibattito è tut­t’altro che sopito e che la tematica è estremamente ampia ed eterogenea (spa­ziando dalla capacità contributiva, alle imposte patrimoniali, sino alla flat tax ed, in generale, all’impatto economico dei diversi modelli impositivi). Questo saggio, infatti, se, da un lato, mostra taluni evidenti punti di contatto tra l’ordinamento tributario italiano e quello della Federazione Russa, dall’altro, fa riferimento a modello culturali (non solamente giuridici, quindi) molto diversi da quello italiano ed in netta controtendenza rispetto a quelli della maggior parte dei paesi dell’Unione Europea. D’altro canto, anche all’interno di quest’ultima, specie in seguito al recente allargamento [3], sussistono divergenti concezioni, di fondo, circa il ruolo della fiscalità [4] intesa, da un lato, come possibile fattore per lo sviluppo di valori diversi dal puro mercato, dall’altro, come mero ostacolo alla concorrenza e, quindi, alla neutralità degli scambi. Evidenzia autorevole dottrina che molti dei nuovi Stati membri (che, per molti versi – non fosse altro che per ragioni storiche e geografiche – sono equiparabili alla federazione Russa) fanno leva su «modelli economici e sociali che pongono in secondo piano il benessere della loro popolazione rispetto alle finalità di accelerazione della crescita economica» [5]. Infatti, la scelta della Federazione Russa (ma, aggiungiamo noi, di molti Stati dell’est europeo), è stata, fin dai primi anni 2000, quella di prevedere un sistema fiscale estremamente “leggero” e con interventi pubblici ridotti al minimo essenziale, con la finalità di incentivare la crescita economica a discapito, ovviamente, dello stato sociale e dell’uguaglianza sostanziale (v. infra). Tuttavia, l’Unione Europea sembra muoversi proprio in una direzione opposta [6] e le politiche sociali – inizialmente totalmente estranee alle competenze delle istituzioni europee – sono ritornate al centro dell’attenzione e del dibattito. 2. Capacità contributiva, vincolo del pareggio di bilancio e progressività Il codice tributario della federazione russa prevede taluni principi di carattere generale che presentano alcune caratteristiche comuni alla maggior parte dei paesi europei. Significativi punti di contatto tra il nostro [continua..]

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