Lavoro svolto nell’ambito della Ricerca “Corrispettività, onerosità e valore del trasferimento nel diritto dell’impresa e nella circolazione giuridica dei beni” (Prin 2009).
La valutazione degli assets riconducibili alla proprietà industriale assume crescente rilievo nell’economia attuale nella quale una parte significativa del patrimonio aziendale è spesso insita nei beni c.d. intangibles e, tra questi, il marchio è in grado di influenzare la performance aziendale a seconda del grado di notorietà e di accreditamento sul mercato, creando così un vantaggio competitivo.
Il processo di valutazione deve misurarsi con l’unicità che ogni brand ha in sé e con la difficoltà di rintracciare transazioni tipologicamente omogenee e, in definitiva, un “mercato del marchio” di riferimento confrontabile al quale attingere per ricavare un valore sufficientemente attendibile ed al riparo da eventuali rettifiche da parte dell’ufficio.
I criteri di valutazione del marchio comunemente adoperati nella prassi hanno mostrato i propri limiti nel valorizzare quel plusvalore latente che il valore contabile iscritto in bilancio non valorizza.
Così, il valore di trasferimento del marchio è pur sempre il risultato di un accordo negoziale e non può consentirsi all’Ufficio, in difetto di ulteriori riscontri probatori, di risalire attraverso meccanismi di “normalizzazione” ad un maggior prezzo rispetto a quanto dichiarato dalle parti.
Evaluation of intangible assets has reached a great importance in the current economy in which a significant part of corporate assets is represented by intellectual properties and, among these, the trademark is certainly capable to influence the business performance depending on its notoriety and strength on the market, thus creating a competitive advantage.
The process for identifying the value shall face the uniqueness of each brand and the difficulty of finding homogeneous transactions and, finally, a “trademark market” as a term of comparison permitting to determine a value sufficiently reliable and not subject to possible claims by the tax authorities.
The most used criteria for determining the value of trademarks have shown their limits in highlighting the hidden value not emerging from the value indicated in the accounting books.
In this way, the transfer value of the trademark is the result of a contractual agreement and should not allow the tax authorities, in absence of other evidence, to re-determine a “normal” value higher than the one declared by the contracting parties.
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